LA CONFERENZA INTERNAZIONALE DEI PARTITI E DELLE ORGANIZZAZIONI MARXISTI-LENINISTI HA PUBBLCATO IL 20.06.2020 IL DOCUMENTO CHE RIPORTIAMO E CHE CONTIENE SPUNTI DI SICURO INTERESSE
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La pandemia da coronavirus si è diffusa in poco più di 100 giorni in tutti gli angoli del pianeta,alterando tutte le forme di interazione sociale, portando centinaia di migliaia di persone alla morte, contagiandone e recludendone nelle case milioni. Ha colpito l’economia mondiale, mettendo in discussione il modello economico e istituzionale capitalista utilizzato fin dagli anni ’80 dello scorsosecolo per garantire l’accumulazione di capitale; ha inoltre messo in rilievo il ruolo del neoliberismonella distruzione causata e ha sollevato interrogativi sul modello di vita sociale, economica epolitica che si profila come una “nuova normalità”.
Di fronte a questa situazione la Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti, CIPOML, si pronuncia nei termini seguenti:
I. -L’umanità, e come parte di essa, in maniera principale la classe operaia e i popoli in generale,continua ad essere colpita dalla pandemia da Covid 19; è un fatto sociale, tanto quanto una questione sanitaria, che con inusitata rapidità ed estensione geografica hanno scosso ogni tipo di rapporto sociale.
Tutti i paesi e i popoli del pianeta sono stati colpiti, con modalità e a livelli differenti. Raramente un evento qualsiasi ha coinvolto così tanti paesi e popoli in questa maniera.
L’università statunitense John Hopkins ha informato che al 20 giugno di questo anno più di 460 mila persone sono morte a causa di ciò e 8,7 milioni sono state contagiate. Nel frattempo, l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), ha comunicato che milioni di persone, che già patiscono la povertà estrema, sono confinate nello loro case in quarantena; in numerosi paesi molte di loro stanno soffrendo la fame e altre carenze materiali, senza neanche avere accesso all’aiuto pubblico.
La disoccupazione è aumentata di circa il 20% a livello mondiale, aggravando questo problema,così come la povertà generalizzata che già prima dei danni causati dalla pandemia raggiungeva cifre allarmanti. La forza-lavoro ha perso valore, proprio per la crescita della disoccupazione e la riduzione dell’attività produttiva.
In molti paesi, perfino quelli considerati sviluppati, gli ospedali non sono riusciti a soddisfare la richiesta di cure urgenti, e persino le imprese di pompe funebri non hanno soddisfatto la richiesta di servizi. Sono state scavate fosse comuni per migliaia di morti, riportando la memoria ai peggiori momenti di guerre e catastrofi. Molte famiglie hanno sofferto il dolore di perdere i loro cari, senza nemmeno poter svolgere funerali per dar loro l’estremo saluto.
Lo stato d’assedio, il coprifuoco, il monitoraggio della sfera personale da parte dei governi, mediante mezzi informatici e altre forme di controllo che sono sempre state contestate dai popoli, sono diventate misure normali per combattere la pandemia.
La paura, l’impotenza e l’incertezza nei confronti del virus creano apprensione in centinaia dimilioni di esseri umani, principalmente tra le masse lavoratrici e i popoli in generale. Il degrado dei servizi sanitari e degli ospedali, come conseguenza delle politiche capitaliste neoliberiste di privatizzazione, di austerità e di tagli sono, senza dubbio, la ragione di ciò e del massacro causata dalla pandemia. Le conseguenze di queste politiche sono tali che non ci sono letti e apparecchiature ospedaliere a sufficienza, con pazienti lasciati ad aspettare nelle barelle nei corridoi, mezzi di protezione inadeguati per i lavoratori della sanità, mentre sono stati lasciati morire gli anziani e i più deboli per lasciare spazio ai pazienti più giovani. Una vera tragedia umana.
II. -Nel periodo precedente la pandemia, i capitalisti si trovavano in una posizione di offensiva contro gli operai e i lavoratori in quasi tutti i paesi. In maniera particolare, nei settori dell’educazione e della salute i servizi pubblici sono stati ridotti al minimo, con i servizi sanitari quasi completamente paralizzati. Con l’intensificazione del conflitto fra gli Stati Uniti e la Cina, le contraddizioni tra paesi imperialisti e capitalisti si sono acutizzate e la concorrenza aggravata. Il mondo ha affrontato la pandemia, che è esplosa in un momento in cui l’economia capitalista internazionale si stava arenando, in queste caotiche condizioni. La borghesia mondiale non ha potuto stabilire un approccio comune e non ha portato avanti una lotta unificata contro la pandemia. Come nel caso dei membri dell’UE, che apparentemente è unita, ogni paese è stato lasciato al suo destino.
Questo fatto si è dimostrato nella condotta di istituzioni internazionali come l’OMS, e nella stessa Unesco, in quanto agenzia dell’ONU. Per esempio, Donald Trump ha accusato l’OMS di collaborare con la Cina e ha minacciato di ritirare gli USA da essa. A ciò si aggiunge il tentativo disarticolato di ricerca di un vaccino, che attualmente avanza in forma indipendente tra diversi centri, il che comporta sprechi di risorse e incapacità di utilizzare i risultati scientifici. Ora non c’è dubbio che qualsiasi vaccino verrà scoperto esso verrà utilizzato anzitutto nei paesi e nelle classi più ricchi. In tali condizioni, non si poteva certo sperare che le istituzioni dell’ordine mondiale neoliberista potessero prevenire e combattere efficacemente la pandemia, e così è stato. Di conseguenza, neanche si è potuto definire un solo orientamento generale al quale aderissero i governi nazionali.
Sono stati complici per commissione o per omissione delle multinazionali farmaceutiche, e pertant orimangono privi di autorità di fronte a gran parte del popolo consapevole di ciò e alla comunità scientifica e sanitaria progressista.
L’ordinamento capitalista non ha futuro
La ricerca scientifica, che doveva essere continua, poiché i precedenti virus ponevano la necessità di renderla rigorosa e sistematica, è stata lasciata alla volontà del capitale, delle imprese che, vale la pena ricordarlo, fanno affari con la salute; in realtà, i virus stessi sono un’opportunità per fare profitti ed accumulare più capitale.
Gli Stati hanno utilizzato denaro pubblico per costruire infrastrutture che hanno consegnato direttamente alle imprese private, o che sono state privatizzate dietro l’eufemismo della loro gestione mediante “istituti” composti dai burattini delle classi dominanti.
Sono state congelate, o ridotte in maniera significativa, le risorse pubbliche destinate alla ricerca, a tal punto che in molti paesi non ci sono fondi per questo capitolo vitale per lo sviluppo sociale ed economico, per la prevenzione e la lotta effettiva a virus, malattie e batteri che colpiscono gli esseri umani e la natura. Anche nelle università pubbliche sono stati tagliati i bilanci, rendendo così impossibile fare scienza e apportare nuove conoscenze per prevenire e superare i problemi esistenti.
Inoltre, la pandemia è scoppiata dopo che la maggioranza dei servizi sanitari, specialmente i servizi clinici e di assistenza erano stati privatizzati, e dunque è stato impedito alla grande maggioranza della popolazione l’accesso agli stessi, mentre gli ospedali pubblici che sono riusciti a “sopravvivere” alle privatizzazioni, operavano con enormi carenze e non potevano che guarire in misura minima le malattie di piccoli gruppi della popolazione.
La pandemia è un avvenimento tanto sociale quanto sanitario. Colpisce le relazioni sociali, la produzione economica e tutta l’attività sociale e culturale.
La pandemia ha contribuito alla decelerazione dell’economia capitalista mondiale che in realtà era già stagnante e in un processo di accumulazione di fattori di crisi ben prima del suo inizio, mentre attualmente sta aggravando la crisi economica che è iniziata durante la sua diffusione. La crisi, combinata con la distruzione dell’ecosistema, causata dallo stesso sistema capitalista, sta distruggendo le forze produttive e la natura, come aveva messo in evidenza Karl Marx nel “Capitale”.
Il processo della pandemia mostra la necessità di un nuovo ordine sociale e politico. Ha fatto sì che questa necessità sia ancora più urgente, che settori più ampi delle masse lavoratrici prendessero coscienza delle conseguenze del capitalismo e cominciassero a mettere in discussione la sua esistenza.
Diversi ideologi dello stesso sistema capitalista sono d’accordo nel segnalare che la normalità postCovid 19 dovrà essere differente al periodo precedente. Sotto questo aspetto si manifesta una disputa teorica e politica.
O resta in piedi il modello neoliberista dello sfruttamento capitalista, col dominio del mercato come principale regolatore dell’attività economica e sociale, e il capitale finanziario come principale beneficiario, per cui non è da scartare che il sistema debba ricorrere a forme fasciste di dominio politico.
Oppure il capitale ricorre a politiche neo-keynesiane, con un ruolo importante dello Stato nell’investimento e nella regolazione dell’attività economica, accompagnate da politiche di concessione di briciole sociali per la classe operaia e i popoli.
Una terza possibilità è la prospettiva dello sviluppo di una via di uscita rivoluzionaria.
La CIPOML afferma quest’ultima. Non lasciamo campo libero alla borghesia nell’ambito economico, sociale, politico e culturale, affinché questa possibilità possa realizzarsi. Come abbiamo visto, la borghesia si è mostrata incapace di fronte alla pandemia, ha fatto appello alle masse a rimanere in casa, ma ciò è stato possibile soprattutto per chi non aveva un’occupazione. La nostra dignità umana è stata calpestata. Centinaia di migliaia, a cominciare dai lavoratori della salute, sono stati costretti a lavorare senza adeguata protezione negli ospedali, nelle fabbriche, negli altri luoghi di lavoro, nelle strade. Il distanziamento sociale non è stato sufficiente per la maggioranza di essi.
In questo periodo abbiamo visto quale valore danno alla vita e alle condizioni di lavoro. E ora, in nome di una “nuova normalità” siamo obbligati a lavorare per garantire la sopravvivenza del sistema capitalista.
Una volta di più abbiamo visto che il capitalismo non ha niente da offrirci. In molti paesi nemmeno sono state distribuite le mascherine. Le misure di aiuto economico contro la pandemia sono andate esclusivamente a beneficio dei grandi capitalisti che hanno intascato migliaia di miliardi, mentre le piccole imprese hanno ricevuto poco e le masse lavoratrici sono state obbligate a lavorare per i profitti e tutto quello che hanno ricevuto sono state false promesse. Neanche gli ospedali, che già si erano dimostrati inadeguati, sono stati messi al servizio dei lavoratori, che in molti casi non hanno potuto neanche effettuare i test.
In ogni paese vi sono rivendicazioni specifiche sulle quali sviluppare la nostra unità e lotta. Oltre a comprendere a fondo la realtà specifica dei differenti paesi, alcune esigenze sulle quali possiamo convergere e unirci sono le seguenti:
Non accettare l’imposizione delle politiche borghesi e respingere la nostra trasformazione in schiavi nazionali dei capitalisti.
In tutti i posti di lavoro devono essere garantite condizioni di lavoro adeguate contro la pandemia.
La salute non può essere soggetta al commercio e al profitto. La privatizzazione dei sistemi sanitari deve finire, deve essere garantito l’accesso della popolazione a servizi sanitari di qualità e in maniera gratuita.
Tutti i servizi sanitari e gli ospedali devono essere posto sotto il controllo pubblico, è inaccettabile lo stato nel quale si trova il sistema sanitario.
Deve essere fornito un sufficiente appoggio economico alle famiglie dei lavoratori che sono rimasti senza lavoro e che non hanno entrate sufficienti o non hanno i mezzi per soddisfare le loro necessità essenziali. Le bollette dell’affitto, dell’elettricità, dell’acqua, del gas devono essere pagate dallo Stato. I debiti contratti dai lavoratori, dai piccoli produttori e dai piccoli esercenti in questa situazione devono essere cancellati.
Nonostante si parli di una “nuova normalità”, non è chiaro se la pandemia sia terminata o se arriverà una seconda ondata. Dobbiamo lottare contro queste politiche dei capitalisti e del sistema capitalista che riguardo quest’ultima possibilità ci vogliono sacrificare a favore della loro sopravvivenza e del profitto, mentre non si prendono misure adeguate per assicurare il futuro dell’umanità.
4 Per sollevare la nostra lotta con queste rivendicazioni contro l’ordine capitalista internazionale, che è il responsabile della pandemia, dobbiamo riuscire ad unire tutto ciò che sia politicamente possibile, per battere l’imperialismo e i governi capitalisti al suo servizio. Gli ambiti in cui si svilupperà questa unità includono campagne massicce, organizzazioni sindacali e professionali, iniziative locali, organizzazioni studentesche, della gioventù e delle donne, i differenti fronti popolari che riuniscono queste organizzazioni e i più vasti settori del popolo.
Un ordine rivoluzionario è possibile e necessario
La pandemia in corso è un immane disastro. Centinaia di migliaia di vite umane sono state perse; milioni di persone affrontano la fame e diverse altre forme di privazione; cresce la disoccupazione e si svaluta la forza-lavoro; gran parte dell’umanità si mantiene nell’incertezza, nella paura, coi nervi a fior di pelle, come sotto una spada da Damocle.
Tutte le avversità spingono a reagire contro di esse. Nella lotta contro la pandemia, una delle migliori qualità degli esseri umani, la solidarietà, si è fatta sentire sempre più. La pandemia e le misure che la borghesia ha preso contro di essa hanno anche spinto gli operai e le masse lavoratrici al malcontento, alla rabbia e alla risposta contro le conseguenze dell’ordine capitalista. Ciò si esprime nello sviluppo del senso di solidarietà tra i lavoratori, così come nella tendenza crescente a prendere posizione per esprimere questa risposta che è scatenata da molteplici ragioni.
La pandemia ha contribuito a sollevare ovunque lo spirito di solidarietà umana di milioni di personenel pianeta, smentendo il “si salvi chi può” imposto dall’individualismo neoliberista. La povera gente condivide quel poco che ha con gli altri; cerca di rendere più leggero il peso materiale e spirituale che sopporta con gli altri. Le reti locali di solidarietà che offrono appoggio alle persone e ai lavoratori pubblici, specialmente ai lavoratori della sanità, sono germogliate in tutto il mondo.
È noto l’interesse degli scienziati di mettere a disposizione la parte migliore di sé per aiutare l’umanità ad uscire rapidamente da questa calamità; i lavoratori della sanità, in generale, non esitano nel mettere a repentaglio la loro vita per curare le persone in mezzo a tutta la precarietà dei sistemi sanitari.
Degno di menzione è anche l’atteggiamento delle personalità del mondo dell’arte e della cultura che hanno offerto la loro creatività e abilità per incoraggiare, elevare lo spirito di resistenza e rafforzare la speranza di un futuro vivibile.
Tutte queste sono tendenze che dobbiamo aiutare a sviluppare, basando il nostro lavoro su di esse.
In mezzo al distanziamento fisico imposto dalla quarantena, le proteste popolari continuano a manifestarsi. All’inizio, a causa delle circostanze, erano piccoli gruppi. Ma questa tendenza che stava crescendo in molti paesi già prima della pandemia, ha raggiunto proporzioni massicce con l’assassinio di George Floyd che ha determinato ampie manifestazioni nelle quali hanno partecipato centinaia di migliaia di persone, non solo negli Stati Uniti, ma quasi in tutto il mondo. Questa ondata di lotta che esplode come risultato della collera delle masse e che si sviluppa nel periodo della pandemia contro la brutalità del capitalismo, ora ci mostra la linea di lotta che possiamo seguire.
La CIPOML chiama la classe operaia e le masse lavoratrici, tutti i malcontenti dell’aggressione delcapitalismo e della mancanza di futuro al quale esso ci condanna, a moltiplicare l’unità, la solidarietà e la lotta. Possiamo raggiungere il nostro futuro se ci uniamo e lottiamo contro l’aggressione neoliberista e capitalista che usurpa le nostre vite e il nostro futuro.
Il futuro ci appartiene!
Comitato di Coordinamento
Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML)
Giugno 2020