SALVATORE NOTARRIGO, GIUSEPPE BOSCARINO, FAUSTO GIANI.

QUADERNI DI “LABORATORIO”

RISTAMPA DIGITALE DI TRE LAVORI PUBBLICATI NEGLI ANNI 1984 E 1985

Attualità di Marx, teoria del valore-lavoro e degrado termodinamico della biosfera

a cura e con una nota di Alberto Mannino

IL TESTO VIENE PUBBLICATO DA YOUCANPRINT ED E’ DISPONIBILE SIA NELLE LIBRERIE FISICHE CHE IN QUELLE ONLINE.

PUBBLICHIAMO INDICE E NOTA INTRODUTTIVA

INDICE DELLA RISTAMPA:

PAG 5 Alberto Mannino: NOTA INTRODUTTIVA (2023)

PAG 9 Fausto Giani : QUALE MARX DOPO SRAFFA (1984)

PAG 13 Giuseppe Boscarino : LA GRADE CONTRADDIZIONE NELLA TEORIA DI MARX.VALORI E PREZZI. ASPETTI EPISTEMOLOGICI. MARX E NEWTON.(1985)

PAG 23 Salvatore Notarrigo : LA TEORIA DEL VALORE DI MARX E L’ECONOMIA MODERNA (1985)

PAG 60 NOTA : stralcio dell’intevista di Francesco Coniglione al prof. Novak (univ. di Poznan) (1984)

NOTA INTRODUTTIVA

ALBERTO MANNINO

Quanto viene riproposto  oggi con la presente iniziativa editoriale, a distanza di ben 38 anni, potrebbe apparire come una forma di nostalgica archeologia culturale. 

L’occasone contingente è la commemorazione di Salvatore Notarrigo da parte della Amministrazione del suo Comune di nascita, Villarosa (EN) che gli intitolerà una strada comunale a conclusione di un convegno scientifico sui contributi che egli ha apportato in tanti campi della ricerca scientifica, non ultimi proprio le tematiche relative allo sviluppo economico ed alle conseguenti alterazioni del sistema termodinamico globale.

      In realtà le problematiche poste in essere nei 2 numeri dei “Quaderni della Cooperativa Laboratorio”, nel corso di questi lunghi anni sono state semplicemente oscurate dal dibattito scientifico e culturale in quanto sgradevoli e imbarazzanti nell’ambito del monopolio economico – culturale

      Il dibattito economico, schiacciato dall’ imperante paradigma  neoliberista, si trascina da decenni tra una crisi ed un’altra senza una direttrice in grado di sviluppare linee predittive che non siano “i timori dei mercati” o “le spinte speculative”. 

      Eppure il lavoro di Salvatore Notarrigo del 1985 si conclude con una serie di tre grafici che, pur riferiti a parametri fisici del tutto distinti ma tutti e tre strettamente afferenti al meccanismo della produzione di merci, segnalano dal secondo decennio del secolo XXI gravi anomalie nel  processo di sviluppo. Introducendo quindi un fattore predittivo dal quale, malgrado ogni sforzo che si tenti di fare, difficilmente si può prescindere (v. le conclusioni della presente nota).

  Con ogni evidenza il fattore predittivita’ costituisce sul piano metodologico solo un elemento marginale, ma il fatto che salti subito all’ occhio costituisce un richiamo di interesse sulla ben più complessa vicenda che riportiamo in questa ristampa. 

 Nel numero del 1984 appare su “Quaderni della coperativa Laboratorio” l’ articolo di Fausto Giani “Quale Marx dopo Sraffa” nel quale si riprende il lavoro di Steedman MARX AFTER SRAFFA.

     È necessaria una premessa fondamentale per la comprensione di quanto in discussione, a cui daremo la forma di schema cronologico:

    1960.  Piero Sraffa, indiscussa autorità nella ricerca economica in campo internazionale, (l’anno successivo sarà insignito dell’antesignano del Nobel per l’Economia) pubblica a Cambridge (e simultaneamente in Italia con Einaudi) quella che si rivelerà una vera bomba ad orologeria nel dibattito sulle leggi della accumulazione in economia: “Produzione di merci a mezzo di merci” uno scarno libretto apparentemente incompleto in cui si evidenziano innanzitutto i fattori fisicamente indispensabili per la sopravvivenza di una società semplice senza accumulazione, passando successivamente all’analisi della produzione con sovrappiù e quindi del saggio del profitto.

Il tutto scritto con linguaggio asettico e accademico, senza alcun accenno, per una precisa scelta dell’ autore, a questioni di natura politica o comunque ideologica.

     1968 – 1978. Negli anni del Maggio francese, dell’autunno caldo, della tumultuosa ripresa dello scontro di classe, lo studio e l’approfondimento delle opere di Marx diventano un elemento centrale del dibattito culturale, politico ed anche scientifico sia in Italia che nel resto d’Europa è nelle Americhe. 

     Naturalmente in parallelo non potevano non svilupparsi una serie di tentativi di segno opposto, con l’intento di ostacolare, anche nel campo del dibattito ideologico, quella che veniva percepita da parte del sistema di potere costituito come una incombente catastrofe.

     Sul versante dello studio delle opere di Marx, l’accusa più comune era innanzitutto quella di mancanza di solidità scientifica esattamente nelle fondamenta dell’intero costrutto deduttivo, e precisamente nell’assunzione, come premessa generale, della teoria del valore-lavoro, considerata una pura illazione di natura ideologica (Steedman, per tutti) 

    1980 – viene pubblicato in Italia il testo di Steedman “Marx dopo Sraffa” che assumeremo come elemento esemplare del un tipo di atteggiamento culturale – ideologico dominante, anche perché l’autore stronca alla base ogni tentativo “conciliante” (v. Dobb) di raccordare l’analisi sraffiana con l’impostazione stessa del grande edificio del Capitale. Sulla sua scia gli attacchi all’ intero costrutto, scientifico, ideologico e quindi soprattutto politico, sono innumerevoli, costituendo in tal modo il substrato culturale di quello che viene diffusamente detta l’epoca del riflusso

     1984 – la rivista “Laboratorio” ospita nei suoi Quaderni l’articolo di Fausto Giani di cui si diceva, che ben sintetizza l’atteggiamento ed il clima ideologico scatenato da una volutamente errata interpretatazione del metodo utilizzato da Sraffa nella sua analisi del sistema economico, per la individuazione del “valore di scambio”, e solo successivamente dei prezzi di mercato, a partire da dati certi, fisici e tecnici. 

      Nello stesso numero appare una importante intervista a cura di Francesco Coniglione ad alcuni esponenti della scuola di Poznan relativa a questioni significative di natura epistemologica. 

      Pubblichiamo in nota uno stralcio del parere del prof. Novak relativamente al metodo idealizzazionale di cui Marx fa uso sulla scia dei precursori della scienza moderna e che appare particolarmente utile per la comprensione di quanto appresso. 

     1985 – Sulla stessa rivista compaiono due adeguate risposte alle problematiche poste dal testo di Steedman e riprese da Giani. 

      Sia il saggio di Boscarino che quello di Notarrigo evidenziano le profonde contraddizioni e le gravi carenze nel discorso di Steedman, incapace di comprendere come, se opportunamente sviluppata sul piano matematico, l’analisi sraffiana costituisca una formidabile conferma del costrutto di Marx a cui fornisce un ineccepibile fondamento fisico e matematico. 

Notarrigo riprende qua inoltre quanto aveva scritto in “Limiti fisici allo sviluppo economico, termodinamica e teoria marxiana del valore” in G. Amata, “il calcolo economico nel territorio”, 1982.

Differenziando e sviluppando quella che costituisce simultaneamente la legge fondamentale dell’evoluzione entropica e la legge della evoluzione del sistema economico, perviene ad una serie di fondamentali conclusioni compendiate in un grafico che compara con altri grafici risultanti da dati empirici ufficiali e dai quali emergono, in modo del tutto indipendente, gravi discontinuità nel secondo decennio del XXI secolo, così come visto in premessa.

Evdenzia quindi la strettissima correlazione tra accumulazione di capitali e merci da un lato ed abnorme crescita entropica del pianeta, con tutte le conseguenze sul piano del dissesto ambientale che a distanza di decenni dobiamo purtroppo riscontrare.

Nel 1987 il saggio di Notarrigo veniva sviluppato nell’ambito del volume “Energia e Ambiente” assieme al saggio di Giuseppe Amata “Il valore sociale e l’ analisi territoriale”, pubblicato da CUECM – Catania ed ad oggi ormai introvabile.


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