La sostituzione di un goffo giullare al ministero della Cultura con il neo-Vate Giuli ha posto un problema di vasta portata, che può così schematizzarsi:
Le immense balordaggini propalate come verità assolute da alti e bassi esponenti del sottobosco fascista, costituiscono una forma di “cultura”?
La risposta, a mio avviso, deve venire articolata. Certamente “dio, patria, famiglia”, “credere, obbedire, combattere” sono balordaggini e non meritano dispendio energetico.
Quello che non può invece venire trascurato è il fatto che si tratti delle estreme e farsesche propaggini di una weltanschaung di antichissima tradizione che non può che essere definita come “cultura”.
Anzi, a ben vedere, come il più arcaico dei modi di vedere il mondo, la cultura primitiva del mito della sopraffazione violenta, presente già nella tradizione orale dell’ umanità.
Per quanto riguarda la cultura occidentale, le prime incrinature della visione dell’Universo fondata su uno Zeus dotato di sterminata potenza, capace di fulminare chiunque si opponesse al suo volere, le riscontriamo tra le popolazioni insediatesi nel meridione della penisola Italica ed in Sicilia attorno al IX sec. a.c.
Ad inizire da Parmenide da Elea, e via via a Pitagora da Samo, a Democrito, Euclide, Archimede e tutta la tradizione dei filosofi scienziati, si veniva sviluppando un modo di porsi del tutto opposto rispetto all’esistente.
Il ripudio delle categorie assolute e delle affermazioni apodittiche, la ricerca della “spiegazione” nei confronti dei fenomeni naturali e sociali, l’uso sempre più spinto della logica, creavano un corpus di elementi razionalizzanti che costituivano un paradigma culturale del tutto alternativo a quello preesistente.
Da tale nucleo, attraverso una storia complessa, difficile, spesso sanguinosa, ha origine a mio avviso quello che può essere chiamata cultura moderna.
La cultura ancestrale, primitiva, la cultura dell’ Assoluto e della sopraffazione degli Illuminati sulle masse imbelli, perfettamente funzionale alle classi sociali che via via si succedevano al potere, non ha mai inteso mollare la presa. Nei secoli la storia culturale dell’ umanità si è presentata come una lotta senza quartiere, sempre punteggiata di ferocia sanguinaria, tra la vecchia cultura che non molla, e la nuova che non può soffocare.
Quindi la cultura di destra esiste, e come! Certo che i ragazzotti di Meloni, probabilmente essa stessa e i suoi stretti sodali, non hanno una precisa idea della sruttura ideologica e culturale sovrastante le loro esternazioni e le loro azioni.
Certamente ce l’ha Giuli, esponente di una variante “alta” della politica fascista, quella delle forze che si sono macchiate negli anni ’60, ’70 e ’80, delle stragi più sanguinose della storia italiana. Per comprendere le radici “culturali” della strategia stragista del fascismo, dagli assassinii degli anni ’20 fino alle più recenti esperienze, occorre addentrarsi nei meandri della sua più compiuta espressione, il blocco degli ideologi che da Evola a Mishima, a Jünger, Drieu La Rochelle, Bardeche…danno linfa alle azioni omicide dei militanti”alti” della destra, irresistibilmente attratti dalla missione eroica di salvare la stirpe degli Uomini Superiori dagli attacchi dei rancorosi e striscianti uomini deboli e mediocri.
Posso con sufficiente certezza affermare che impegnare quote significative del proprio tempo a seguire le tracce della cultura di destra tra i sedicenti filosofi di cui sopra sarebbe un vero e proprio spreco di risorse.
E’ invece certo come sia necessario e sufficiente risalire direttamente alla fonte unica a cui costoro hanno attinto e che hanno acriticamente fagocitato, quel Friedrich Nietszche che aveva trascorso ogni momento della sua vita tra deliri paranoici sui quali si sono cimentati diecine di neuropsichiatri, e ricerche sulle più efferate manifestazioni di ferocia emerse nella storia dell’ “umanità”. Ricordiamo che le sue opere facevano parte del bagaglio obbligatorio delle SS.
Alcune citazioni:
-I deboli ed il malriusciti debbono perire, questo è il principio del nostro amore per gli uomini.(L’Anticristo, pag, 169)
-La specie sussiste solo grazie a sacrifici umani (Frammenti post., VIII, pag 257)
-L’uomo è cattivo, così parlano con mio conforto i più saggi. Giacchè il male è la migliore energia dell’uomo (Zarat., IV, dell’uomo superiore).
-Che cosa è più dannoso di qualsiasi vizio? L’attiva pietà per tutti i deboli (L’Anticr., II)
-(oggi) viene disconsciuta l’essenza della vita, la sua volontà di potenza, (…) il ruolo egemonico dei suoi più alti detentori, nei quali la volontà vitale si manifesta in guisa attiva ed informante (Genealogia della morale, pag 67)
-Al fondo di queste RAZZE ARISTOCRATICHE occorre saper discernere…la magnifica divagante bionda bestia, avida di preda e di vittoria…la sua terribile serenità e profondità del godimento in ogni distruzione, in ogni voluttà di vittoria e di distruzione (Gdm, p. 25).
E’ solo un minimo assaggio. Chiunque si renderà conto che questa, la base granitica della cultura “alta” della destra, della cultura dell’uomo selvaggio, conquistatore, assassino, sadico, genocida, altro non sia che un tentativo di assoluzione postuma delle classe dei conquistatori del potere, e di assoluzione preventiva di quelli che verranno.
Evidentemente molto più una ideologia politica che altro.
Ma anche questo, in fondo, è CULTURA.